Record di stranieri (28%), 88mila operatori e 25mila presenze estere da 139 paesi

L’edizione numero 54 di Vinitaly ha chiuso i battenti il 13 aprile a Verona con un primato storico di buyer stranieri, in rapporto al totale ingressi, nonostante la pandemia. I 25.000 operatori esteri (da 139 paesi) rappresentano il 28% del totale degli operatori (88.000) arrivati in fiera. Al netto degli arrivi da Cina, Giappone e Russia, cioè 5.000 arrivi in meno.
I buyer

Sul fronte delle presenze estere, in pole position gli Stati Uniti e a seguire la Germania, terzo rimane il Regno Unito, mentre il Canada subentra alla Cina nella quarta posizione, davanti alla Francia. Seguono Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Danimarca. Bene, nel complesso, le presenze dal continente europeo, che hanno rappresentato oltre due terzi del totale degli esteri. Ottime anche le performance di Francia, Svizzera, Belgio e Olanda che vedono aumentare le presenze. Si consolidano inoltre le presenze dei Paesi del Nord e dell’Est, con in evidenza Finlandia, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovenia e Romania. In ambito extraeuropeo, tengono Singapore, Corea del Sud, Vietnam; in crescita l’India. Infine, anche se con valori assoluti contenuti, si dimezzano le presenze dall’Oceania mentre più che raddoppiano quelle dall’Africa.
La novità

L’area dedicata al bere miscelato ha registrato il tutto esaurito e ha evidenziato l’evoluzione delle abitudini di consumo, dagli aperitivi ai cocktail low o free alcol, anche in virtù di una crescente domanda dei giovani verso calici meno alcolici e più facili da bere.
L’indagine dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly sul mercato americano, da sempre vero incubatore di tendenze, evidenzia come le nuove generazioni “miscelino” sempre di più il vino con le nuove bevande socializzanti. Una sorta di spritz o Bellini 4.0, fatto di ready to drink, di nuovi cocktail come il Negroni con il vermouth o il Red splash – a base di tequila, vino rosso, limone, lime e agave –, di vino aromatizzato alla frutta (come l’Asti al pompelmo rosa) all’esordio al Vinitaly. È in tale contesto che viene riscoperta la grappa – tradizionale dopo-pasto dall’identità demodé – svecchiata in ottica di miscelazione. Allo stesso modo, nei cocktail spazio anche a kombucha e saké. anche dal punto di vista visivo c’è originalità, con i bicchieri che diventano parte della composizione e il ghiaccio che assume un ruolo da protagonista reinventandosi in sfere o diamanti.
Le opinioni
Maurizio Danese presidente di Veronafiere: «Guardiamo ora al 2023 con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni».
Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: «Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt’altro che banale ed evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere nel perseguire i propri obiettivi».
Fonte: Servizio Stampa Veronafiere.
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